Il Miglieccio di Massimo
Varche giorno agghietro er mi’ ami’o, che con la bacchetta indirizza de’ cantanti ’n gruppo, m’ha chiesto di scrivini varcosa sul miglieccio e la su‘ storia!
Devo di’ che m’ha messo un po’ in castagna, perché per mangiallo e fallo ‘un ci son problemi, ma racconta’ vando venne ‘nventato a Vecchiano, ‘un lo so!
Ho ri’ordato che da bimbetto, guardavo i fumetti e ‘un li leggevo, ma davo una interpretazione guardando le figure. Ho provato allora, a ‘mmaginammi come pol’esse’ stato ‘nventato mentre lo guardavo.
Di se’uro deve essere stato inventato da un popolano ‘ontadino che aveva po’a roba per far un bel dorce! Capace era ‘r compreanno der su’ figliolo e un poteva anda’ dallo Schiofi ’n pasticceria.
Guardando ‘n tavola, s’avvide d’un bell’òvo fresco, un po’ di farina setacciata per leva’ i farfallini (er tonchio) e un po’ino d’olio d’oliva ’n fondo alla bottiglia: si vede poi ‘r su’ figliolo aveva schiacciato varche pinolo che n’era ‘ascato dalle ‘occe der pino ’n corte.
Invio’ allòra a stughia’ er modo di potecci fa’ quarcosa: principio’ a mescola’ d'unni'osa. Sbattette l’òvo e ci mise tutto dentro con un ber bicchiere d’acqua.
A di’ la verità guasi guasi ci ripensava… gni venne a mente una torta salata e ci buttó anco ‘r tramerino, ma poi si sbagliò e ci stioccó lo zucchero: a quer punto lo buttò ner forno della stufa a legna e lo ‘osse una venticinquina di menuti!
Nel frattempo, tornò la su’ moglie da ‘oglie ‘li spinaci e gni disse: «Ho fatto ‘r dorce ar bimbo per ir su’ ‘ompreanno, ma mi sa che gli è un ber troiaio; perlomeno ho speso po’o! Chiamelo vai: gli è fori, ‘osì s’incigna».
La moglie scosse ‘r capo e disse: «Hai trovato ‘r verso di butta’ via d'unni'osa…».
Ma quando invianno a mangiallo, feni’ dimorto alla sverta.
Spero ch’ar mi’ maestro ‘on le bacchettte gni garbi la mi’ scrittura guardando ‘r miglieccio. Dorce povero ma ricco.
Anco perché, oggi i pinoli góstino n’occhio! La donna di ‘asa mia vando gliel’ho fatta legge’, m’ha detto: «Per me l’ha ‘nventato una donna!».
E io n’ho risposto: «Ci sta, ma siccome vì lo faccio sempre io, ‘un potevo mi’a immagina’ diverso!».
Er miglieccio, dorce vecchianese
Massimo Cerri
Massimo Cerri - in arte «Meghe» - è membro del Consiglio Direttivo di Alma Pisarum APS da fine marzo 2021, è un personaggio molto attivo e presente nella comunità vecchianese, rispettoso delle tradizioni locali, amante del territorio - con particolare riferimento al Lago di Massaciuccoli e alla sua storia - e, da qualche tempo a questa parte, provetto cuoco e pasticciere.
Poiché Alma Pisarum APS ha adottato il Miglieccio - dolce della tradizione povera della Bassa Valle del Serchio (con filialità e/o provenienza - da non escludere - da un manicaretto dell'Alta o Media Valle probabilmente una rivisitazione di dolce a base di farina di castagne) che prevede l'uso della farina di grano, e poiché il buon Massimo ne è estimatore nonché - frequentemente - produttore, abbiamo deciso di farne parlare a lui stesso. Che tra le varie passioni, annovera anche quella della scrittura semi-vernacolare.