Vocalità

Come riscoprire lo strumento che è in ciascuno di noi

Le premesse

L’AP Choir è l’esperimento musicale primario di Alma Pisarum: l’idea portante è stata ed è tutt'ora quella di mettere insieme persone genericamente “intonate” (amanti del canto ma non praticanti, frequentatori di karaoke, dilettanti senza particolari velleità canore) con qualche amatore evoluto o professionista del canto/belcanto, in un contesto in cui si rendesse possibile mitigare la differenza puntando ad un unico obiettivo di natura eminentemente artistica.

Ciò significa - in buona sostanza - aggregare intorno ad una concreta piattaforma musicale un gruppo di persone capace in itinere di costruirsi una propria identità artistica di complesso, lavorando comunitariamente per conseguire uno stesso fine e, comunque, senza escludere - laddove e per quanto possibile - l’opportunità di ritagliarsi nell’insieme una proprio identità individuale, muovendosi anche e talvolta in autonomia rispetto alla direzione corale, andando a formare sottogruppi operativi e, in ogni caso, puntando ad un rapporto di coesistenza capace di trascendere finanche il motivo - squisitamente artistico -stesso che l’ha ingenerata.

Dalla semplice osservazione alla "Laica Schola Cantorum"

Il movimento nasce da una duplice osservazione operativa concreta del fondatore Alessio Niccolai:
  1. gli ensemble corali professionali sono spesso composti da pochissimi coristi in possesso degli strumenti cognitivo-musicali necessari alla decifrazione delle parti vocali e alla preparazione in autonomia del costrutto canoro, necessitando - quindi e comunque - di una guida in fase di “lettura” della pièce e di un congruo tempo di preparazione;
  2. gli ensemble corali (in particolare i cori di voci bianche) in cui non necessariamente sia diffusa la conoscenza della teoria musicale e/o la pratica di uno strumento musicale, maturano - oltre ad un eccellente livello canoro polifonico - una competenza nell’impiego dello strumento vocale straordinario.

La "Laica Schola Cantorum"

Il coro SATB ha una caratteristica molto peculiare, benché oggi se ne possano trovare declinazioni di ogni genere, sia in ambito teatrale che di spettacolo in genere: nasce nel contesto liturgico.

Cosa che lo rende particolarmente impermeabile alla cultura "profana" e lo indirizza storicamente verso un impiego molto specifico.


La sua principale forza dunque, ne rappresenta anche la maggiore criticità: intanto a livello di repertorio, poiché inevitabilmente la sua "scaletta" sarà costituita da opere associate al "messale" cristiano.
E peraltro, perché il suo parco cantori sarà selezionato a priori in una comunità che - numericamente significativa o meno che possa essere - non rappresenta comunque l'intera società civile.
La Laica Schola Cantorum è dunque la risposta a questo genere di problema: il trasferimento cioè di un ensemble da un habitat tipicamente liturgico ad uno decisamente laico, con la contestuale adozione di un repertorio vario - capace di abbracciare dalla musica leggera a quella classica, dalla lirica alla liturgica, dalla popolare al rock - e molto più attrattivo.
Nel caso dell'AP Choir, l'esperimento è ancora più "spregiudicato" poiché caratterizzato da arrangiamenti ad hoc e/o da composizioni originali.