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Storia & Storie

Il fu Mattia Pascal

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All'albergo Nettuno

Il vivacissimo personaggio pirandelliano - al centro del celeberrimo romanzo a lui stesso intitolato, protagonista irrequieto, malinconico e un po’ maldestro di un universo in cui provare a liberarsi della propria identità equivale a farsi braccare da un fastidioso spettro capace di incarnare l’imprevedibilità dell’eterogenesi dei fini - decide di liberarsi della suo - oggi diremmo - avatar proprio nella nostra città.

Lo farà all’Albergo Nettuno che, come chiunque conosca Pisa saprà, ancora oggi si trova al civico 33 del Lungarno Antonio Pacinotti dalla parte di “Tramontana”, benché faccia attualmente funzione di casa dello studente:

Hotel Nettuno

Le citazioni

Lasciato il treno a Pisa, prima di tutto mi recai a comperare un cappello, della forma e della dimensione di quelli che Mattia Pascal ai suoi dì soleva portare; subito dopo mi feci tagliar la chioma di quell’imbecille d’Adriano Meis.

Prosegue quindi:

Ero già stato a Pisa quand’ero Adriano Meis, ed ero sceso allora all’Albergo di Londra. Avevo già ammirato tutte le meraviglie d’arte della città; ora, stremato di forze per le emozioni violente, digiuno dalla mattina del giorno avanti, cascavo di fame e di sonno. Presi qualche cibo, e quindi dormii quasi fino a sera.

Appena sveglio, però, caddi in preda a una fosca smania crescente. Quella giornata quasi non avvertita da me, tra le prime faccende e poi in quel sonno di piombo in cui ero caduto, chi sa intanto com’era passata lì, in casa Paleari! Rimescolìo, sbalordimento, curiosità morbosa di estranei, indagini frettolose, sospetti, strampalate ipotesi, insinuazioni, vane ricerche; e i miei abiti e i miei libri, là, guardati con quella costernazione che ispirano gli oggetti appartenuti a qualcuno tragicamente morto.

Intertestualità senza troppe pretese

Aldilà della difficoltà nello stabilire se sia davvero esistito a Pisa un Albergo di Londra in un periodo ragionevolmente compreso tra il 1895 (anno in cui è stato completato il Ponte Umberto I) ed il 1902 (anno in cui Il Monte Pelée, cui Mattia Pascal fa riferimento nella Seconda Introduzione in relazione alla sua famosa eruzione dell'8 maggio che distrusse la città di Saint-Pierre, mietendo ben 30.000 morti), curiosamente come Adriano Meis fugge da casa Paleari e, in particolare, dalla buona Adriana.

L’Albergo Nettuno di Pisa, dovendo probabilmente il suo nome ad una statua romana presente in luogo di un corrispondente approdo medievale, parrebbe corrispondere all’attracco degli armi pisani di ritorno dalla campagna delle Isole Baleari nel 1115.

Ora, che il toponimo delle isole ed il cognome Paleari siano evidentemente legati da una semplice de-sonorizzazione della labiale iniziale e che quindi il processo (in questo caso con una velare) comune anche al cognome pisano Caetani - la famiglia cui si deve l’edificio più antico nel quale a metà XIX secolo fu dato luogo all’Albergo Nettuno - derivante da quello di “Gaetani”, sia una semplice trasformazione linguistica, non dovrebbe essere sfuggito a nessuno.

Il fatto singolare è proprio «quella giornata quasi non avvertita […] passata lì, in casa Paleari!»: il riferimento è ovviamente all’ultima parentesi come Adriano Meis trascorsa in casa dei suoi locatori a Roma, che però, esposta così come Luigi Pirandello ha deciso, sembra quasi riferirsi al suo breve e metamorfico soggiorno pisano in un edificio che con le “Baleari” ha una semplice cerrelazione storica.

Ragionamenti da lettore empirico e non da lettore modello indubbiamente, e persino di discutibile valore: ma rimane il fatto che il bozzolo in cui la seconda crisalide cucitasi addosso da Mattia Pascal/Adriano Meis va a chiudersi è l’Albergo Nettuno nella nostra città, luogo storico contiguo sia all’illustre vicino - il Palazzo Agostini - sia alla Via Curtatone e Montanara - sede della Sapienza - nel cui prosieguo verso Piazza dei Cavalieri - precisamente nella Via San Frediano - ha sede invece il Liceo Artistico “F. Russoli” che - proprio a partire dall’estate 2021 - ironia della sorte - ha steso il regolamento per la Carriera Alias.

Un fatto curioso, un intrigo letterario che va a incastonarsi in un ragionamento complesso e attuale sull’identità della persona - che sia di genere come nel caso sopra-menzionato, che di altra natura -, indissolubilmente legato a un actus giuridico - quello di registrazione successivo alla nascita di un essere umano - con implicazioni per tutto il resto dell vita e, come osserva giustamente Umberto Eco, dopo la morte secondo il principio per cui dopo di essa «non rimarranno che nudi nomi».