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Un oasi di alabastro

L'alabastro che diventa - non solo oggetto comune, ma - gesto con esso si fa

Una bottega per plasmare la rappresentazione del reale

La pietra prende vita

Nuovi artieri crescono

L'arte che esce dalle mani

Non solo alabastro...

Uno scatto di Miro Trafeli

Oasi’s trova la sua origine all’Istituto d’Arte di Volterra, oggi Istituto di Istruzione Superiore ´Giosuè Carducci´ dove Lucia Niccolini e Marco Ricciardi si incontrano. La donna inizia a lavorare per Marco che ha già una piccola impresa nata dall’originaria vecchia bottega artigiana di Via Guarnacci. In quel piccolo rifugio, oltre alle commesse di animaletti e oggettistica rivolta a un turismo mordi e fuggi per ditte più grandi, il Ricciardi adolescente, amava sperimentare. 

Alla “tavoletta” di quelle due stanze che per il giovane fungevano da luogo d’incontro con gli amici (e spunto d’approccio con le ragazze), Marco produceva piccole sculture già degne di nota dal punto di vista tecnico, ma soprattutto importanti perché esprimevano l’essenza di quella ricerca stilistica che avrebbe sviluppato in futuro e che avrebbe costituito la colonna portante della “Linea ghiotta” che oggi ne contraddistingue la paternità.

La ricerca del vero, persegue non tanto una maniacale copiatura del dettaglio, ma la suggestione creata dalla riproduzione di un oggetto comune, presente nella vita di tutti senza distinzioni, come la tazza di caffè,  a cui conferisce una connotazione pop. Colloca biscotti, caramelle e tazze appunto, in una visione “democratica” degli stessi: così rovesciare una tazzina, è un epilogo possibile nella quotidiana abitudine di farsi un caffè. Universale nella sua dinamica.

Il defunto prof. Trafeli - altra interessantissima storia tutta volterrana che in futuro sarà il caso di approfondire - che Lucia stessa ha avuto la fortuna di avere come insegnante, forse più di tutti ha saputo rompere gli schemi di una visione prettamente scolastica della progettazione: facendo correre la nostra fantasia ben oltre i confini del foglio da disegno, intuì per primo la modernità e l’anticonformismo delle caramelle colorate di Marco, prodotte nel Laboratorio di Alabastro della scuola. Furono infatti pubblicate su Casa Vogue nei primissimi anni ’80 (sebbene figurasse solo il nome del prof. e non quello dell’autore).

Quando Lucia ha iniziato a lavorare per Marco si occupava di decorazione. Nel 1992 nasce Oasi’s un nome dal suono un po’ retrò ai nostri tempi, che reca seco il senso di ristoro e di speranza che intende evocare: la rottura dalla monotonia del deserto, dell’appiattimento produttivo che ha caratterizzato gli anni ’80 e ‘90 della storia dell’alabastro.

Durante quel periodo, a seguito del boom economico, si è potuta osservare la proliferazione di oggettistica di bassa qualità, destinata a un mercato globale al quale spesso sono stati sacrificati il gusto e il valore di un artigianato millenario.

Con l’apertura di Oasi’s - sodalizio di due visioni individuali ma complementari dal punto di vista filosofico -, è stata data forma e consistenza a un punto vendita nel quale è scolpita a caratteri cubitali l’alternativa alla mercificazione della manualità: le linee di scatole, orologi e lampade per bambini disegnate e decorate da Lucia - insieme a quelle di Maruska con le sue donne incipriate dallo sguardo ammaliante dipinto a mano e ad aerografo - avevano principalmente uno scopo commerciale, essendo destinate ovviamente alla vendita e quindi a creare profitto; ma portavano in sé anche un messaggio di rottura, con la loro unicità, nei confronti di quel mondo fatto di decalco e cerniere di plastica che invadeva pericolosamente le bancarelle dei mercati.

«Ho inventato strane vetrine, sconvolgendo i canoni dell’esposizione spesso, con idee consapevolmente poco “vendibili” ma che denotavano creatività e fantasia. Ho usato lo spazio espositivo del negozio, fortunatamente ben articolato e in posizione centrale, come vetrina per lanciare messaggi di natura etica e sociale attraverso allestimenti del tutto improbabili. Fortunatamente il senso estetico, la scelta dei colori insieme alla vendita di accessori e bijoux di tendenza, ci hanno nel tempo garantito la sussistenza. Ma la “linea ghiotta” che progressivamente si è arricchita di nuovi articoli, ha sempre giocato un ruolo fondamentale nella vendita. Grazie alla freschezza, alla curiosità che tutt’oggi suscita; ha costituito una fetta importante della nostra attività. E seppure io abbia coadiuvato la nostra produzione con altri settori merceologici (piercing, accessori) supportandola con linee di gioielli in alabastro, l’uovo di Marco resta tutt’oggi il nostro best seller», racconta Lucia.

«Negli ultimi anni ho organizzato eventi e creato progetti nella Scuola dell’Infanzia di San Lino e al Liceo Artistico con la partecipazione degli artigiani di “Arte in Bottega”,  finalizzati all’approccio della lavorazione dell’alabastro e in questo periodo, una parte della vetrina del negozio è dedicata ad un alabastraio del passato, a rotazione. A qualcuno che, non tanto per meriti accademici o artistici ha lasciato una traccia nella storia di Volterra, quanto per aver caratterizzato nell’ambito della sua bottega, uno spazio denso di esperienza umana fusa a quella lavorativa. La bottega artigiana, ha costituito un catalizzatore di energia e soprattutto nel secolo scorso è stata fulcro di confronto, di dibattito politico, di socializzazione, in cui si programmavano le bisbocciate con vino e baccelli, ma si ascoltava anche musica lirica che si andava poi a sentire al teatro»., prosegue Lucia.

Questo per dire che la visione di Oasi’s per quanto suoni anticonformista, rispetta la tradizione e porta onore ai maestri del passato.