La Libertat

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La Libertat (in occitano «La Libertà») o Cançon de nèrvi (qualcosa di contestualizzabile come «Canzone del Vigore») è un canto popolare occitano - nella sua variante provenzale-marsigliese - di genere rivoluzionario, costruito su una lirica esumata da Glaudi Barsotti, appassionato ricercatore e storico editorialista de La Marseillaise, autore in particolare dei quattro racconti La Tèrra deis autres del 1979, Testimòni d'un niston de la guèrra del 2002, Lo comunard de la Mitidjà del 2006 e Lo Capitani de la Republica del 2012 al confine tra finzione e testimonianza, nonché militante dell’Institut d'Estudis Occitans.

La bella lirica si deve invece a tal J. Clozel, autore pressoché sconosciuto, ma che - secondo Remenbrança - potrebbe essere in realtà il poeta e critico d’arte Joachim Gasquet - amico di Paul Cézanne - sotto pseudonimo, ed è stata pubblicata per la primissima volta il 6 febbraio 1892 sul La Sartan (giornale marsigliese interamente redatto in lingua d’Oc) come dedica all’istitutore, scrittore, storico e «socialiste proudhonien» Pèire Bertas, allontanato dalla sua professione per la sua militanza politica.

Il testo pare riferirsi alla Comune di Marsiglia, movimento insurrezionale - di ispirazione chiaramente socialista - proclamato per solidarietà con il ben più noto sollevamento parigino del 18 Marzo 1871, brutalmente represso da una ventina di giorni dopo dal generale monarchico Henri Espivent de La Villesboisnet, già distinto nel soffocamento della Comune di Lione.

I «mòrts-de-fam» («morti di fame» in italiano), «aquelei qu'an ges de camiá» («coloro che non hanno camicia»), «lei sensa pan, lei sensa liech, lei gus que van sensa soliers» («i mendici che vanno senza scarpe»), ricordano in qualche modo i Vàgeri del “nostro” controverso Lorenzo Viani - benché il contesto socio-politico sia decisamente differente, come diversi sono la visione e l’approccio agli “ultimi”, ai reietti o a quanti, oggidì, riterremmo appartenere alle periferie sociali, alla marginalità - che appena una quarantina di anni dopo a meno di 550 km di distanza si deformeranno espressionisticamente in una figurazione oblunga e primordiale, in un coacervo di toscanismi parasintetici e in un anarchismo decisamente anomalo e culturalmente molto lontano dall’esperienza delle comuni francesi.

Musicata nel 2010 dal M° Manu Théron, musicista-compositore e, potremmo dire, etno-musicologo honoris causæ (considerata la sua esperienza in Tracia Centrale e le sue ricerche sulla musica algerina), nonché fondatore di Gacha Empega e Chin Na Na Poun prima e della Compagnia du Lamparo dopo.

La prima esecuzione a cappella sotto la sua direzione è proprio de Lo Còr de la Plana nel 2012.

Tra il 2018 e il 2019, Alessio Niccolai ne concepisce una trascrizione per orchestra sinfonica e coro SATB abbastanza inusuale e particolarmente incline alla contaminazione: vi si possono riconoscere affioranti suggestioni andine mutuate all’ascolto degli Inti-Illimani, alcuni cromatismi vocali piuttosto audaci e anche qualche impercettibile eco jazz, benché l’impianto della concertazione rimanga tendenzialmente beethoveniano per quanto concerne l’organum degli archi.

La rivisitazione è alla base dei primi contatti con l’Associazione Espaci Occitan di Dronero (CN), in seguito con Lu Corou de la Cevitou di Monterosso Grana (CN) nelle vallate occitane cisalpine, e della stesura del progetto Pisa d’Oc, destinato all’incontro con il mondo occitano a partire dallo stemma in comune.

Sottotitolo Nessuno Editore/Produttore

Nessuno

ISWC Nessuno Rielaborazione per Coro SATB e Orchestra Alessio Niccolai
Genere Canti di Lotta, Popolare Stile della Rielaborazione

Elaborazione classicheggiante con echi andini

Autore della Parte Letteraria

Autori Vari - A. Niccolai

Strumentazione

Organo a Canne

Compositore

J.Clozel

Voci

SATB

Anno di Prima Pubblicazione 2012 Eseguibilità a Cappella Possibile segnando il ritmo (ad esempio battendo le mani o schioccando le dita)
Primo Interprete Compagnie du Lamparo Esecuzione da parte dell’APC Con Base Audio
Livello Generale
Livello Bassi
Livello Contralti
Livello Tenori
Livello Soprani
Coesione
Dinamiche
Visione d'Insieme
Criticità Risolte

Esecuzione del Cor du Lamparo

Frammento di Prova del 5 Luglio 2021

Frammento di Performance del 27 Maggio 2022

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La Libertat

Tu que siás arderosa e nusa

Tu qu'as sus leis ancas tei ponhs

Tu qu'as una votz de cleron

Uei sòna sòna a plens parmons

Ò bòna musa.

Siás la musa dei paurei gus

Ta cara es negra de fumada

Teis uelhs senton la fusilhada

Siás una flor de barricada

Siás la Venús.

Dei mòrts de fam siás la mestressa,

d'aquelei qu'an ges de camiá

Lei sensa pan, lei sensa liech

Lei gus que van sensa soliers

An tei careças.

Mai leis autrei ti fan rotar,

lei gròs cacans 'mbé sei familhas

Leis enemics de la paurilha

Car ton nom tu, ò santa filha

Es Libertat.

Ò Libertat coma siás bela

Teis uelhs brilhan coma d’ulhauç

E croses, liures de tot mau,

tei braç fòrts coma de destraus

Sus tei mamèlas.

Mai puei, perfés diés de mòts raucs

Tu pus doça que leis estelas

E nos treboles ò ma bela

Quand baisam clinant lei parpèlas

Tei pès descauç.

Tu que siás poderosa e ruda

Tu que luses dins lei raions

Tu qu'as una vòtz de cleron

Uei sòna sòna a plens parmons

L'ora es venguda.

La Liberté

Toi qui es ardente et nue

Toi qui as les poings sur les hanches

Toi qui as une voix de clairon

Aujourd’hui sonne à plein poumons

Ô bonne muse.

Tu es la muse des pauvres gueux

Ton visage est noir de fumée

Tes yeux sentent la fusillade

Tu es une fleur de barricade

Tu es la Vénus.

Des meurt-de-faim tu es la maîtresse

De ceux qui n’ont pas de chemise

Les gueux qui vont sans souliers

Les sans-pain, les sans-lit
Ont tes caresses.

Mais les autres te font roter

Les gros parvenus et leurs familles

Les ennemis des pauvres gens

Car ton nom, toi, ô sainte fille

Est Liberté.

Ô Liberté comme tu es belle

Tes yeux brillent comme des éclairs

Et tu croises, libres de tout mal,

tes bras forts comme des haches

Sur tes mamelles.

Mais ensuite tu dis des mots rauques,

toi plus douce que les étoiles

Et tu nous troubles, ô ma belle

Quand nous baisons, fermant les paupières

Tes pieds nus.

Toi qui es puissante et rude

Toi qui brilles dans les rayons

Toi qui as une voix de clairon

Aujourd’hui appelle, appelle à pleins poumons

L’heure est venue.

Un simbolo comune

La risposta alla domanda «Perché?» è facilmente desumibile mettendo a confronto la Crotz Occitana (o Croix de Toulouse) con lo stemma di Pisa: la connessione è storicamente difficile da ricostruire e - attraverso il progetto Pisa d'Oc - sarà una delle priorità "accademiche" di Alma Pisarum APS, aldilà delle suggestioni che possono provenire dalle rispettive memorie culturali.

Dell'Occitania - a prescindere dal simbolo - sono molte gli aspetti da conoscere e riconoscere, a partire dal fecondo rapporto che la Repubblica Pisana instaurò con tutto il Midi francese, rotta contesa a Genova: pare certa l'esistenza di un fondaco pisano a Montpellier e una presenza piuttosto controversa a Narbona.

Molte sono - in ogni caso - le possibili convergenze e/o somiglianze nella storia fra due culture tendenzialmente aperte, dialoganti e universali (a maggior ragione quella occitana) da spingerci a ripercorrerne le migliori possibili tappe.

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