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Generatività

Dacché è entrato in vigore il Nuovo Codice del Terzo Settore si rende probabilmente necessario introdurre - per chiarezza - la distinzione fra le organizzazioni «generative» e quelle di «salvaguardia», ovvero fra le dedite alla "proposta" (si tratta in genere di tutti gli enti che ereditano la funzione delle vecchie associazioni culturali) o le inclini alla "risposta".

Esempio di generatività: la semiotica strutturale

Algirdas Julien Greimas - linguista e smiologo lituano di adozione francese - individua un "modello stratificato" del testo e delle sue strutture in dovere di rendere ragione - ad ogni livello - dei suoi meccanismi di senso.

Da questa concezione si fa in genere derivare la definizione di semiotica strutturale e generativa, venendo la struttura del testo intesa come costruita secondo piani tra loro collegati da un meccanismo espansivo, da un livello inferiore più analitico e astratto verso livelli sempre più concreti e articolati.

Dunque la generatività in semiotica è essenzialmente un percorso di strutturazione del testo (da non intendere assolutamente in senso "genetico", presupponendo cioè che preesistessero - nella mente di un supposto autore - strutture astratte e semplici del senso - una sorta cioè di nucleo testuale primario -, e che da queste si sia generato per espansione un testo di superficie, ma semplicemente partendo dal punto di vista dell'analisi delle strutture di base o "profonde" quale giustificazione della coerenza e della coesione delle strutture di superficie) alla base stessa della sua significazione, di costruzione cioè del senso.

Gli enti "generativi": il punto di vista etnosemiotico

Potremmo immaginare che ogni percorso di senso - volontario o involontario che sia - trovi la sua origine nel percorso stesso, ovvero nel modo in cui sono stati dislocati gli elementi espressivi e contenutistici da cui è composto, ovvero da come se ne intrecciano i piani di espressione e contenuto.

Ciò ci porta a supporre che qualunque cosa possa tendenzialmente appartenere alla semiosfera, poiché lo stradario di una città è un percorso di senso non meno della disposizione degli scaffali in un negozio (oggetti di studio di quella disciplina derivata che prende il nome di etnosemiotica), il modo in cui sono stati collocati i punti-luce in un appartamento più che la dislocazione delle gabbie in uno zoo.

Il modo di condurre un'Ente del Terzo Settore - che a onor del vero è difficile far risalire ad una delle due forme principali di organizzazione, le ODV e le APS - è anch'esso un percorso di senso che conduce in due possibili direzioni:

  1. la creazione di proposte
  2. la fornitura di risposte

Dalla risposta alla proposta

Possiamo definire «enti di risposta» tutte quelle organizzazioni dedite alla difesa specifica di qualcosa e/o qualcuno senza un preciso «hic-et-nunc», senza un imprinting creativo (appunto «generativo» o, con le dovute cautele, «produttivo»): appartengono a questo genere di organizzazione le associazioni dedite alla salvaguardia ambientale e paesaggistica, al soccorso delle persone, all'accoglienza di qualsiasi tipo, alla tutela di una categoria svantaggiata, etc. secondo un'idea - potremmo dire - verticale.

In pratica si tratta di enti costituiti con lo scopo di dare letteralmente risposte a problemi, a sollecitazioni di qualche genere, etc. o, in altre parole, che sono nell'accezione più semiologica del vocabolo.

Potremmo per contro definire «enti di proposta» tutti quelli che svolgono attività trasversali alle categorie, che lavorano secondo un'inclinazione promozionale del territorio (rendendosi dunque complementari a settori come il turismo) e che coinvolgono i propri soci in occupazioni che «implementano», che «danno luogo», cioè che trovano il loro «hic-et-nunc» nello svolgimento di azioni che - potremmo dire - non appartenere ai Bisogni Primari (secondo la Piramide di Maslow).

In pratica - e sempre secondo le modalità della semiotica - si tratta cioè di organizzazioni del fare (e qui qualche volontario del primo tipo di organizzazione potrebbe saltare su tutte le furie, non dovesse comprendere la differenza tra l'essere e il fare in semiotica.

L'ente generativo

L'«ente di proposta» è dunque un'organizzazione generativa, che non preserva cioè l'esistente ma dà vita al nuovo, crea, implementa, similmente - per alcuni versi - ad alcune Start-Up di impresa, comportandosi proprio come un'industria (in senso produttivo) di trasformazione dell'esistente (che cioè diventa materia prima).

È la specifica vocazione di tutte le vecchie associazioni culturali, interessate a prmuovere, a costruire o a partecipare ad eventi, a produrre svago, a implementare abilità specifiche, etc.

In un'era in cui il welfare ha subito un pesantissimo ridimensionamento, le politiche del lavoro tendono all'esclusione più che all'inclusione ed il comparto artistico-culturale è pressoché deprivato di risorse importanti, l'«ente di proposta», l'«associazione generativa» è paradossalmente la... risposta!