Fibonacci con la sua celeberrima e omonima Successione o Serie, incarna la bellezza e l'immanenza del tutto espressa attraverso i numeri. Un uomo posto - come la città - al crocevia fra Occidente e Oriente, fra la geometria euclidea e la matematica araba.
Chi fosse Leonardo Pisano detto il Fibonacci è senz'altro meno noto di ciò che effettivamente fu, rappresentò e ancora rappresenta per lo scibile e per l'evoluzione umana. Il video introduttivo ce ne da qualche breve ma significativa nozione. Sfortunatamente, ricostruirne la biografia significa muoversi tra una scarsa e confusa disponibilità di informazioni, quasi sempre nascoste tra le righe della sua produzione accademica, oltre che da due documenti d'archivio. Sembrerebbe plausibile collocarne la data di nascita nella settima decade del XII secolo e la morte dopo il 1241 ovvero, nella fase di massima espansione della Repubblica Pisana.
Figlio di Guglielmo dei Bonacci, influente mercante della Repubblica Pisana e rappresentante e rappresentante cittadino della categoria (dall'epistola di dedica a Michele Scoto - filosofo scolastico, astrologo, alchimista scozzese e divulgatore dell'averrosimo in Occidente, presso la corte siciliana di Federico II di Svevia - si può evincere che il padre fosse appunto publicus scriba pro pisanis mercatoribus) in sua compagnia pare aver dimorato per un certo periodo a Bugia (in berbero "Bgayet", in arabo بجاية o "Bijāya", in francese appunto "Bougie" o "Béjaïa", corrispondente all'antica "Vaga" - in lingua berbera della Libia, letteralmente "rovi" - nota in latino come "Saldæ"), città e capoluogo della Cabilia in Algeria.
Parrebbe che Fibonacci proprio presso quella città abbia studiato i procedimenti aritmetici che studiosi musulmani - facendo propria anche parte di conoscenze provenienti dall'India - erano andati diffondendo per tutto il mondo arabo. E proprio colà, a stretto contatto con la classe dei mercanti avrebbe appreso tecniche matematiche fino al suo ritorno sconosciute in Occidente.
Per il consolidamento di queste conoscenze, Fibonacci avrebbe viaggioto poi per l'Egitto, la Siria, la Sicilia, la Grecia e Costantinopoli, impegnato alternativamente sia nelle attività mercantili che negli studi matematici.
Fu studioso, conoscitore, divulgatore e ricercatore intorno ai trattati di Muḥammad ibn Mūsā al-Khwārizmī e di Abu Kamil.
Di ritorno nella sua e nostra città, quivi ebbe l'onore di avere un incontro con l'imperatore Federico II, presumibilmente nell'estate del 1226.
La Repubblica Pisana infine gli assegnò un vitalizio che gli avrebbe consentito di dedicarsi completamente ai suoi studi:
«Considerando l’onore e il profitto della nostra città e dei cittadini, che derivano loro dalla dottrina e dai diligenti servigi del discreto e sapiente maestro Leonardo Bigollo nelle stime e ragioni d’abaco necessarie alla città e ai suoi funzionari, e in altre cose quando occorre, deliberiamo col presente atto che allo stesso Leonardo, per la sua dedizione e scienza e in ricompensa del lavoro che sostiene per studiare e determinare le stime e le ragioni sopraddette, vengano assegnate dal comune e dal tesoro pubblico venti lire a titolo di mercede o salario annuo, oltre ai consueti benefici, e che inoltre lo stesso [Leonardo] serva come al solito il comune pisano e i suoi funzionari nelle pratiche d’abaco».
Come osserva Pier Daniele Napolitani, docente di Storia della Matematica presso l'Università di Pisa:
«La delibera si trova nel Constitutum pisanum legis et usus, conservato all’Archivio di Stato di Pisa ed è inserita nel volume del 1233 tra le aggiunte datate 1242; le date sono in stile pisano e corrispondono alle nostre 1233 e 1241. Il documento non è datato e quindi può essere relativo a uno qualsiasi degli anni compresi tra questi due. Il 1241 è quindi il limite temporale estremo oltre il quale non si hanno più notizie di Leonardo».