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Dedica

Con questo breve passo, Alessio Niccolai ha presentato un frammento dell'Hymnus in Pisas agli Arsenali Repubblicani

Volgi i tuoi occhi - o nobile Pisa - di un comodo terzo a Levante tra Borea e Greco, laddove Aquilone e Bora formano un acumine, lasciando al Libeccio lambirti da tergo: ecco, appena due leghe e uno stadio più avanti troverai l’antico plebanato di Avanis, situato nei terreni della Corona dei re italici - tant’è che, a tutto l’Anno del Signore 952 dimorovvi il Marchese Oberto Salico, figlio del re Ugo -, circoscritto su tre lati dal fiume Serchio, che colà fa gomito torcendo il suo corso da Scirocco a Libeccio.

Quivi - o nobile Pisa - dimoro anch’io oggidì - quattro leghe e due stadi a Greco dall’antica tua rivale Luca, cinque leghe a Vespero della Via Regis - calpestando le terre un dì attraversate dall’Auserclus e dal Tubra, e solcate dai saggi tuoi avi Etruschi quanto dai bellicosi Apui.

Accadde un non lontano dì che, per Luca incrociando, le mie orecchie a udir si costrinser miei diletti figli cantar un poderoso «Inno alle Mura» ch’un saggio musico d’Oltreforo dedicar loro aveva inteso: e m’assalì l’angoscia per l’oblio in cui ti ritrovai, tu, o gloriosa rimembranza dei Cesari, tu, o antica sovrana del Mare Internum.

M’assalì così un sussulto: poiché di musico ingegno e di human litteræ fui provvidamente dotato, recarti in dono un frutto di quegli estri; l’«Hymnus in Pisas» fu dunque il parto mio, come le ialine acque dell’Auser che tornino a rimpinguare quelle dell’Arnus - insozzate dai reflui di Levante - per esser restituite alla purezza primordiale.

Ne ascolterai però soltanto una parcella in questo grato piviere nel qual si cantan le tue gesta e la tua memoria: rimando prostempo la sua interezza, alla qual convengon le voci sublimi di tanti cantori - fancelli o compiuti - e altrettanti musici, che questo desco non abbia a contenere.

Con eterna riconoscenza

Alessio Niccolai